La storia di tanti bambini prematuri che ho letto in questi giorni, mi ha riportato memoria un  articolo che lessi tempo poco dopo la mia permanenza nella terapia  intensiva della Mangiagalli su Jolanda Minoli che ha diretto la TIN della Melloni di Milano che condivideva esattamente questo pensiero.
Se si cerca su internet non si trova molto su di lei, ma è una persona splendida e mi fa piacere dedicare uno spazio alla sua storia per condividerla con tutti voi."Se vado per la strada, mi capita sempre di trovare  qualcuno che mi riconosce e mi ferma: -Si ricorda di me? Io sono uno di  quei bambini immaturi che lei ha salvato!- Hanno trent' anni e anche di  più, e magari un figlioletto per mano. No, non li riconosco. Quando  erano i "miei" bambini, pesavano magari mezzo chilo o meno di un chilo.  Ma quando mi dicono il loro nome, li ricordo tutti, piccoli e indifesi.  La loro vita attaccata a un filo. L' ansia con cui alla Macedonio  Melloni spiavamo ogni piccolo progresso, ogni grammo in più."    Così racconta la sua storia Jolanda Minoli. E' stata pioniere a livello nazionale e  internazionale delle cure ai bambini prematuri. Dalla fine degli anni Sessanta ad oggi (ha  raggiunto l' età pensionabile ma rimane alla Melloni come consulente  scientifico), sono stati oggetto delle sue amorevoli cure più di 9 mila bimbi prematuri,  496 che pesavano meno di un chilo. 
Nessun "miracolo", ma tanto studio,  tanta pazienza, tanto amore, tanta ricerca. E una vita professionale che  diventa anche un pezzo di storia della medicina infantile.
Figlia unica  di una famiglia molto agiata decide di studiare medicina e diventare chirurgo. Racconta:"Mi laureai con 110 e lode, e iniziai il tirocinio di allora,  che prevedeva 6 mesi in chirurgia, 6 mesi in medicina interna, 6 mesi in  ostetricia. Come chirurgo finii subito. Entrai in sala operatoria, e  dopo pochi secondi ero già a terra come un baccalà. Svenuta. Il grande  maestro Vittorio Staudacher mi consigliò di cambiare idea. Il  tirocinio in medicina interna, poi la Macedonio Melloni per l'  ostetricia." Ma la sua strada era la pediatria. "Come primario c' era  Marcello Bernardi, il grande pediatra diventato il "guru" delle mamme.  Io, che non avevo mai preso in braccio un bambino, fui fulminata sulla  via di Damasco alla Melloni. Appena vidi i prematuri, i neonati a  rischio. Pensai: "Mamma mia, ma in questi bambini sta tutta la vita. La  loro e quella dei genitori. E' questa vita che bisogna salvare". Una  sfida. Si sapeva poco di come curarli, alimentarli. Seppi che in  Finlandia erano più avanti di tutti. Fu mia mamma a finanziare il  viaggio ad Helsinki per me e una nurse del reparto, la bravissima Ester  Passamonti. Per salvare i bimbi prematuri sono più importanti gli  infermieri specializzati che i medici. Sono loro i veri "angeli custodi"  di questi bimbi.    Imparare l' alimentazione ad Helsinki. E poi la  respirazione a Basilea. Avevano tutti la flebo, mi sembrò una  stranezza. "Perchè?" chiesi. "Perchè‚ non respirano da soli. Così gli  diamo delle sostanze che li aiutano a respirare". E la respirazione  praticata a mano con la "pera Ambu", una specie di palloncino da  stringere ritmicamente per far arrivare l' aria ai polmoni del bimbo.     E poi Zurigo, e poi Losanna. Sempre con le infermiere, per imparare  dappertutto. Infine il giorno in cui parte la sfida a Milano, alla  Macedonio Melloni."  Così portarono in Italia gli strumenti
Un trio agguerrito di giovani donne: lei, e le due infermiere Ester Passamonti e Giovanna Sansemi: "Ci dobbiamo provare  anche noi".    Ricorda: "Era faticosissimo, non ci si durava più di  mezz' ora, a rianimare così quegli esserini che ci arrivavano esanimi  dalla sala parto. Invece bisognava continuare per ore, anche per giorni.  E allora? Allora inventammo i turni, con tanto di quaderni dove c' era  segnata l' ora in cui dalla città arrivava in reparto un volontario. A  pompare la "pera Ambu" per far vivere un bambino".
Dalla Svizzera  agli Stati Uniti, a Boston, un grande passo avanti nella ricerca: "La  famosissima Mary Ellen Avery scoprì perchè i prematuri non respirano.  Perchè‚ i loro polmoni hanno ancora tessuto bronchiale, e non polmonare.  Sempre negli Usa fu inventato il respiratore automatico "Boursn",  elettrico. E i piccolissimi bimbi prematuri ebbero molte chances in  più. E in Italia? In Italia niente. E nemmeno in Europa. Ma io quel  respiratore lo volevo, e andai a piangere dall' assessore regionale alla  sanità Vittorio Rivolta. Fummo i primi in Europa ad averlo.Nel 1974,  il ministero della Sanità autorizzò alla Macedonio Melloni un corso (per  neonatologi e nurses) in cui s' insegnavano le cure di terapia  intensiva neonatale. La sala era per 70 persone e avevamo paura di non  riempirla tutta. Invece ci furono 500 domande da tutti gli ospedali  italiani. Un successo enorme, e una grande soddisfazione. Mi piace  imparare, ma mi piace ancora di più insegnare le cose che imparo. Perchè‚  significa insegnare a salvare i bambini. Arrivarono docenti dall'  estero, fu un passo importantissimo per il progresso delle cure  neonatali in tutta Italia"
Unico neonatologo italiano ad essere  consulente della Rockefeller University di New York, la Minoli ha  organizzato intorno alla terapia intensiva della Melloni iniziative d'  avanguardia. 
I bimbi che nella loro culletta di rianimazione sono tenuti  come in un "nido" da una morbida ciambella di stoffa, e ascoltano a  basso volume dolci ninnenanne di tutto il mondo e il battito registrato  del cuore della mamma. Le riunioni settimanali con le mamme e i papà dei  bimbi prematuri ricoverati in reparto.
La Linea Verde (800 773337) per  le mamme che hanno partorito alla Melloni. La "Banca del Latte" che  raccoglie il latte donato dalle mamme e lo tiene a disposizione dei  piccoli prematuri. 
Il confortevole "rooming in", in cui dopo il parto  restano insieme, quando lo vogliono, la mamma, il papà e il neonato. L'  ambulatorio che controlla fino ai 6 anni di età i nati prematuri. 
Le ore  riservate alle mamme straniere che portano i loro bimbi alla visita  pediatrica, e trovano l' interprete.
Infine, il centro specializzato che  segue con amore e intelligenza scientifica i bimbi Down.
Il cuore di  Jolanda Minoli non batte infatti solo per i minuscoli esserini del  reparto prematuri. 
Grazie Jolanda.. se i nostri bimbi nati troppo presto hanno tante opportunità lo dobbiamo anche a te! 
 

 
 
Grazie, Jolanda, devo a te la vita di mio figlio!
RispondiEliminaGrazie Iolanda, sei speciale e unica. La salute dei nostri figli, bimbi di oggi e adulti di domani, la dobbiamo a te. Dopo ogni visita, comincia un grande lavoro per seguire tutti i tuoi consigli, sempre con la serenità di avere scelto la miglior pediatra al mondo.
RispondiEliminagrazie jolnda sei stata la mia pediatra e ora la pediatra di miei figli, grazie per tutti i consigli che mi dai e mi darai in futuro per far crscere sani miei angeli
RispondiEliminasei la mgliore