venerdì 5 novembre 2010

Il mio grazie a Iolanda Minoli per la sua grande umanità


La storia di tanti bambini prematuri che ho letto in questi giorni, mi ha riportato memoria un articolo che lessi tempo poco dopo la mia permanenza nella terapia intensiva della Mangiagalli su Jolanda Minoli che ha diretto la TIN della Melloni di Milano che condivideva esattamente questo pensiero.
Se si cerca su internet non si trova molto su di lei, ma è una persona splendida e mi fa piacere dedicare uno spazio alla sua storia per condividerla con tutti voi.

"Se vado per la strada, mi capita sempre di trovare qualcuno che mi riconosce e mi ferma: -Si ricorda di me? Io sono uno di quei bambini immaturi che lei ha salvato!- Hanno trent' anni e anche di più, e magari un figlioletto per mano. No, non li riconosco. Quando erano i "miei" bambini, pesavano magari mezzo chilo o meno di un chilo. Ma quando mi dicono il loro nome, li ricordo tutti, piccoli e indifesi. La loro vita attaccata a un filo. L' ansia con cui alla Macedonio Melloni spiavamo ogni piccolo progresso, ogni grammo in più." Così racconta la sua storia Jolanda Minoli. E' stata pioniere a livello nazionale e internazionale delle cure ai bambini prematuri. Dalla fine degli anni Sessanta ad oggi (ha raggiunto l' età pensionabile ma rimane alla Melloni come consulente scientifico), sono stati oggetto delle sue amorevoli cure più di 9 mila bimbi prematuri, 496 che pesavano meno di un chilo. 
Nessun "miracolo", ma tanto studio, tanta pazienza, tanto amore, tanta ricerca. E una vita professionale che diventa anche un pezzo di storia della medicina infantile.
Figlia unica di una famiglia molto agiata decide di studiare medicina e diventare chirurgo. Racconta:"Mi laureai con 110 e lode, e iniziai il tirocinio di allora, che prevedeva 6 mesi in chirurgia, 6 mesi in medicina interna, 6 mesi in ostetricia. Come chirurgo finii subito. Entrai in sala operatoria, e dopo pochi secondi ero già a terra come un baccalà. Svenuta. Il grande maestro Vittorio Staudacher mi consigliò di cambiare idea. Il tirocinio in medicina interna, poi la Macedonio Melloni per l' ostetricia." Ma la sua strada era la pediatria. "Come primario c' era Marcello Bernardi, il grande pediatra diventato il "guru" delle mamme. Io, che non avevo mai preso in braccio un bambino, fui fulminata sulla via di Damasco alla Melloni. Appena vidi i prematuri, i neonati a rischio. Pensai: "Mamma mia, ma in questi bambini sta tutta la vita. La loro e quella dei genitori. E' questa vita che bisogna salvare". Una sfida. Si sapeva poco di come curarli, alimentarli. Seppi che in Finlandia erano più avanti di tutti. Fu mia mamma a finanziare il viaggio ad Helsinki per me e una nurse del reparto, la bravissima Ester Passamonti. Per salvare i bimbi prematuri sono più importanti gli infermieri specializzati che i medici. Sono loro i veri "angeli custodi" di questi bimbi. Imparare l' alimentazione ad Helsinki. E poi la respirazione a Basilea. Avevano tutti la flebo, mi sembrò una stranezza. "Perchè?" chiesi. "Perchè‚ non respirano da soli. Così gli diamo delle sostanze che li aiutano a respirare". E la respirazione praticata a mano con la "pera Ambu", una specie di palloncino da stringere ritmicamente per far arrivare l' aria ai polmoni del bimbo. E poi Zurigo, e poi Losanna. Sempre con le infermiere, per imparare dappertutto. Infine il giorno in cui parte la sfida a Milano, alla Macedonio Melloni."  Così portarono in Italia gli strumenti
Un trio agguerrito di giovani donne: lei, e le due infermiere Ester Passamonti e Giovanna Sansemi: "Ci dobbiamo provare anche noi". Ricorda: "Era faticosissimo, non ci si durava più di mezz' ora, a rianimare così quegli esserini che ci arrivavano esanimi dalla sala parto. Invece bisognava continuare per ore, anche per giorni. E allora? Allora inventammo i turni, con tanto di quaderni dove c' era segnata l' ora in cui dalla città arrivava in reparto un volontario. A pompare la "pera Ambu" per far vivere un bambino".
Dalla Svizzera agli Stati Uniti, a Boston, un grande passo avanti nella ricerca: "La famosissima Mary Ellen Avery scoprì perchè i prematuri non respirano. Perchè‚ i loro polmoni hanno ancora tessuto bronchiale, e non polmonare. Sempre negli Usa fu inventato il respiratore automatico "Boursn", elettrico. E i piccolissimi bimbi prematuri ebbero molte chances in più. E in Italia? In Italia niente. E nemmeno in Europa. Ma io quel respiratore lo volevo, e andai a piangere dall' assessore regionale alla sanità Vittorio Rivolta. Fummo i primi in Europa ad averlo.Nel 1974, il ministero della Sanità autorizzò alla Macedonio Melloni un corso (per neonatologi e nurses) in cui s' insegnavano le cure di terapia intensiva neonatale. La sala era per 70 persone e avevamo paura di non riempirla tutta. Invece ci furono 500 domande da tutti gli ospedali italiani. Un successo enorme, e una grande soddisfazione. Mi piace imparare, ma mi piace ancora di più insegnare le cose che imparo. Perchè‚ significa insegnare a salvare i bambini. Arrivarono docenti dall' estero, fu un passo importantissimo per il progresso delle cure neonatali in tutta Italia"
Unico neonatologo italiano ad essere consulente della Rockefeller University di New York, la Minoli ha organizzato intorno alla terapia intensiva della Melloni iniziative d' avanguardia. 
I bimbi che nella loro culletta di rianimazione sono tenuti come in un "nido" da una morbida ciambella di stoffa, e ascoltano a basso volume dolci ninnenanne di tutto il mondo e il battito registrato del cuore della mamma. Le riunioni settimanali con le mamme e i papà dei bimbi prematuri ricoverati in reparto.
La Linea Verde (800 773337) per le mamme che hanno partorito alla Melloni. La "Banca del Latte" che raccoglie il latte donato dalle mamme e lo tiene a disposizione dei piccoli prematuri. 
Il confortevole "rooming in", in cui dopo il parto restano insieme, quando lo vogliono, la mamma, il papà e il neonato. L' ambulatorio che controlla fino ai 6 anni di età i nati prematuri. 
Le ore riservate alle mamme straniere che portano i loro bimbi alla visita pediatrica, e trovano l' interprete.
Infine, il centro specializzato che segue con amore e intelligenza scientifica i bimbi Down.
Il cuore di Jolanda Minoli non batte infatti solo per i minuscoli esserini del reparto prematuri. 
Grazie Jolanda.. se i nostri bimbi nati troppo presto hanno tante opportunità lo dobbiamo anche a te!



3 commenti:

  1. Grazie, Jolanda, devo a te la vita di mio figlio!

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  2. Grazie Iolanda, sei speciale e unica. La salute dei nostri figli, bimbi di oggi e adulti di domani, la dobbiamo a te. Dopo ogni visita, comincia un grande lavoro per seguire tutti i tuoi consigli, sempre con la serenità di avere scelto la miglior pediatra al mondo.

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  3. grazie jolnda sei stata la mia pediatra e ora la pediatra di miei figli, grazie per tutti i consigli che mi dai e mi darai in futuro per far crscere sani miei angeli
    sei la mgliore

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